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Finalmente posso ripartire con le ricette del libro: “se vuoi fare il figo usa lo scalogno” di Carlo Cracco. Sinceramente è stato un sollievo non dover andare in giro come una matta a cercare ingredienti improbabili per i piatti di questo grande chef, ma ora sono tornata alla carica.

Questi gnocchi ripieni sono abbastanza semplici da realizzare ed il risultato è ottimo, vi consiglio solo di utilizzare patate vecchie in modo da non dover vuotare un intero sacco di farina.

Gnocchi ripieni di Cracco 1INGREDIENTI PER 4 PERSONE:

500 gr di patate

110 gr di farina

80 gr di grana grattugiato

2 tuorli grandi (3 se sono piccoli)

pepe bianco

500 gr di ricotta

3 gr di polvere di curcuma

spinaci

pinoli

uvetta

burro

sale

 

Mescolate in una ciotola la ricotta e la curcuma, quindi regolate di sale.

Fate lessare le patate in acqua leggermente salata, scolatele, pelatele e pulitele dai segni neri. Schiacciatele con lo schiacciapatate, unite la farina, il grana e i tuorli ed impastate bene il tutto.

Tagliate un pezzo dell’impasto e stendetelo col mattarello formando un rettangolo stretto e lungo. Ritagliate dei cerchi utilizzando un coppapasta e al centro di ognuno mettete il ripieno aiutandovi con una tasta da pasticcere. Chiudete gli gnocchi formando delle mezzelune (premete leggermente sui bordi per sigillare bene).

Cuoceteli in acqua salata finchè non saliranno a galla (circa 2 minuti).

In una padella fate sciogliere un po’ di burro, aggiungete gli spinaci, i pinoli precedentemente tostati, l’uvetta e regolate di sale.

Passate gli gnocchi in padella a fuoco spento e servite.

Buona domenica!

Gnocchi ripieni di Cracco 2Gnocchi ripieni di Cracco 3

Prima di partire a razzo con la ricetta di oggi devo fare una precisazione. In realtà avrei dovuto preparare lo sgombro e le acquadelle in carpione di Carlo Cracco, ma ho avuto una serie di problemi che mi hanno convinta a non preparare quel piatto. Innanzitutto alcuni ingredienti erano davvero introvabili, come il dashi (tonno essicato giapponese), poi mi sono accorta che lo sgombro andava mangiato crudo ed io non ho un pescivendolo di fiducia che mi possa assicurare che non morirerò dopo un morso di sgombro. Così ho deciso di non preparare questa ricetta perchè l’avrei completamente stravolta e, visto che qua provo a rifare fedelmente i piatti di Cracco, sono passata alla successiva. Ed è stata una tragedia. Per la prima volta mi sono amaramente pentita di aver iniziato questo progetto, mi sono presa a schiaffi davanti allo specchio ed ho iniziato le ricerche per scoprire dove abita questo grande chef per andarlo ad insultare. Qual è stato il problema? Le meringhe. Io non le avevo mai fatte e Cracco utilizza una tecnica un po’ strana, invece di infornarle le avvicina al forno acceso o le mette sul calorifero. Morale? Dopo 4 ore le mie meringhe erano ancora crude, ho chiamato disperatamente la mamma  e le ho cacciate in forno (direi 160 gradi per 15 minuti) poi le ho lasciate raffreddare e miracolosamente sono venute. Sembrava che i momenti difficili fossero finiti ma quando ho portato queste tenere palline a casa di amici per cena le meringhe si erano tutte ammollate, non croccavano più come quando le avevo assaggiate un paio d’ore prima. Qualcuno sa dirmi perchè? Io non ne ho idea. In sintesi: questo dolce è delizioso se viene consumato appena fatto, ha una preparazione abbastanza lunga e, nonostante sia molto buono, non lo farò mai più.

Un’ultima cosa: questo potrebbe essere il mio ultimo post per qualche settimana (abbassate quei calici e smettetela di esultare) perchè dal 31 ottobre non avrò più internet e non so quando sarò connessa col mondo nella casa nuova. Quindi….aspettatemi, tornerò presto! 🙂

Crema soffice mascarpone e meringhe CraccoINGREDIENTI PER 6 PERSONE

PER LE MERINGHE:

125 gr di albume

190 gr di zucchero

150 gr di zucchero a velo

PER LA CREMA:

125 ml di panna fresca

125 gr di mascarpone

1 foglio e mezzo di gelatina

30 gr di zucchero

PER GUARNIRE:

cacao in polvere

 

Versate in una ciotola l’albume con lo zucchero semolato e sbattete finchè il composto si gonfia; a quel punto continuate a lavorarlo aggiungendo un po’ alla volta lo zucchero a velo. Per finire di montarlo ci vogliono circa 10-12 minuti. Trasferite il composto in una sac à poche con beccuccio liscio e piccolo. Foderate delle teglie con carta da forno e fate dei piccoli puntini di meringa utilizzando la sàc a poche. Mettete ad asciugare le meringhe vicino al forno acceso a 60 gradi o sul calorifero (questa tecnica con me non ha funziato, io alla fine le ho messe in forno per almeno 15 minuti a circa 160 gradi). Quando le meringhe sono pronte si staccano da sole dalla carta da forno.

Crema soffice mascarpone  e meringhe Cracco 2Per preparare la crema fate sciogliere a freddo lo zucchero nella panna, poi aggiungete il mascarpone e la gelatina, precedentemente sciolta a bagnomaria in poca acqua. Fate solidificare per 20 minuti in frigorifero, poi montate un po’ questa crema con la frusta elettrica. Fate poi delle palline grandi come quelle da tennis (io le ho fatte un po’ più piccole).

Versate le meringhe in una teglia ed impanate le sfere di mascarpone facendole rotolare sulle meringhette.

Mettete le palline su un piatto e cospargete di cacao in polvere.

A presto amici!!!

Crema soffice mascarpone e meringhe Cracco 3

Ecco a voi la prima ricetta del secondo livello del libro di Carlo Cracco che, a mio parere, poteva essere inserita nella prima parte. Non ci sono ingredienti impossibili da reperire e la preparazione è davvero semplice. La cosa curiosa è che Cracco ammette di amare particolarmente i piselli (non fate battute scontate miei maliziosi lettori), ne adora il profumo e apprezza molto il gesto di pulirli, che gli rende più facile viaggiare con la mente e fantasticare. Insomma, se volete fare un bel regalo a Carlo Cracco regalategli un bel vaso pieno di piselli, sarà felicissimo.

Piselli alla menta di CraccoINGREDIENTI PER 4 PERSONE:

350 gr di piselli (i più piccoli che trovate)

mezza cipolla

brodo vegetale

1 mazzetto di menta fresca piperita o romana

olio evo

sale

 

Tritate finemente la cipolla e fatela soffriggere nel burro. Aggiungete poi i piselli e bagnate con brodo vegetale senza coprire del tutto i piselli. Coprite a fate cuocere a fuoco abbastanza deciso (circa 10 minuti).

A fine cottura spegnete il fuoco e mantecate col burro.

Aggiungete le foglie di menta tagliate finemente a julienne, salate, pepate e servite.

Un contorno semplicissimo e molto buono, ma c’è solo una cosa che mi lascia perplessa. Negli ingredienti compare l’olio, ma durante la preparazione non viene mai citato, qualche idea su dove sia finito?

Buona serata a tutti!

Piselli alla menta di Cracco 2 Piselli alla menta di Cracco 3

Prima di esporvi la ricetta di oggi devo mantenere una promessa e ringraziare la mia amica Martina per avermi dato il suo fondamentale appoggio su una questione molto seria. Solo grazie a lei infatti ora sto indagando su un grave caso di omicio in cui un giovane tossicodipendente di nome Dan è stato accoltellato mentre si trovava su un molo. Nei prossimi giorni dovrei catturare l’assassino (i giochini online sono una mia dipendenza grave, presto andrò a disintossicarmi).

Ma, visto che l’ho citata, è giusto che sappiate qualcosa in più sulla mia amica. Martina è nata al Lido di Venezia e, come tutti i lidensi, è matta da legare. E’ una persona molto indipendente: perchè andare a farsi forare i lobi? Costa troppo, quindi lei lo ha fatto da sola. Perchè andare dal parrucchiere  solo per sistemarsi la frangia? Non ha senso, quindi lo fa davanti allo specchio e, tranne qualche raro episodio, devo dire che è molto brava. Perchè andare sempre dal parrucchiere per farsi la tinta? Che noia, lei lo fa da sola e, visti gli ultimi esperimenti falliti, le consiglio di rivolgersi ad un professionista (comunque anche se sembri un po’ emo stai bene). Lo so, adesso probabilmente penserete che il suo mestiere sia fare la parrucchiera, ed effettivamente potrebbe avere successo in questo campo, ma Martina scrive, e lo fa dannatamente bene. Visto che la mia credibilità è (giustamente) molto bassa giudicate voi stessi leggendo il suo bellissimo blog Choosy per scelta (degli altri).

Bene, ora possiamo passare alla zuppa inglese di Cracco. La preparazione è un po’ lunga ma ne vale la pena, è veramente buonissima.

Zuppa inglese CraccoINGREDIENTI PER 6 PERSONE:

PER IL PAN DI SPAGNA:

250 gr di farina 00

300 gr di zucchero

8 uova intere

100 gr di fecola di patate

8 gr di lievito

1 bustina di vanillina

PER LA CREMA AL CIOCCOLATO:

150 gr di tuorli

80 gr di zucchero

125 gr di latte

10 gr di cacao in polvere

10 gr di cioccolato fondente

15 gr di farina 00

PER LA CREMA PASTICCERA:

200 gr di latte

120 gr di zucchero

180 gr di tuorli

150 gr di panna

18 gr di farina 00

1 stecca di vaniglia

PER LA BAGNA:

150 gr d’acqua

150 gr di zucchero

70 gr di alchermes

Per prima cosa preparate il pan di Spagna: montate le uova con lo zucchero fino ad ottenere un composto molto spumoso, ci vorranno circa 8 minuti. Aggiungete poco per volta la farina, la fecola, la vanillina ed il lievito setacciati. Incorporate il tutto con la mano, facendo un movimento dal basso verso l’alto. Versate l’impasto in uno stampo imburrato ed infarinato ed infornate a 180 gradi per 25 minuti. Quando è pronto sformatelo e tagliatelo a strisce.

Zuppa inglese Cracco 2Fate poi la bagna: in un pentolino fate bollire per un minuto l’acqua con lo zucchero, togliete dal fuoco ed aggiungere l’alchermes; fate riposare.

Preparate la crema al cioccolato: fate bollire il latte. Nel frattempo, in una bastardella, unite i tuorli, lo zucchero, la farina ed il cacao setacciati. Togliete il latte dal fuoco e versateci dentro il contenuto della bastardella, rimettete sul fuoco e fate cuocere per 3 minuti. Spegnete ed aggiungete il cioccolato sminuzzato che si scioglierà. Mettete in frigorifero coprendo con la pellicola a contatto, in modo che non si crei la crosticina.

Preparate la crema pasticcera: fate bollire il latte con mezza stecca di vaniglia aperta, i suoi semi e la panna. In una bastardella unite i tuorli e lo zucchero frustando bene, poi aggiungete la farina setacciata. Togliete la stecca di vaniglia dal latte, togliete quest’ultimo dal fuoco ed aggiungete il contenuto della bastardella. Mescolate bene, poi rimettete a cuocere per 3 minuti continuando a mescolare. Fate raffredare in frigorifero coprendo con la pellicola a contatto.

Quando le creme sono fredde passate alla composizione del dolce: mettete sul fondo (potete usare una pirofila o dei bicchierini) la crema pasticcera e coprite con uno strato di pan di Spagna a fette, quindi inzuppate di bagna utilizzando un pennello da cucina. Aggiungete uno strato di crema al cioccolato ed un altro di pan di Spagna. Continuate così fino a colmare lo stampo. Io ho decorato con cioccolato fondente a scaglie, ma potete utilizzare anche la granella di nocciole.

Riponete in frigorifero per 3-4 ore e servite.

Buona serata a tutti!

Zuppa inglese Cracco 3

Zuppa inglese Cracco 4

Aaaaahhh l’agnello! Io adoro l’agnello, lo mangiavo ogni Pasqua quando abitavo coi miei finchè la mamma non si è convinta che è crudele uccidere dei poveri agnellini per impanarli e friggerli. Ok, oggettivamente è ingiusto, ma provate a convincere una leonessa a non  cacciare le piccole antilopi perchè hanno ancora tutta la vita davanti…non credo che vi darebbe retta. Ovviamente paragonare una leonessa ad un essere umano non è propriamente corretto visto che noi siamo dotati di intelletto e blablabla, ma l’idea di base non cambia: io non smetterò di mangiare agnello (fatevi sotto vegetariani e animalisti, vi aspetto a braccia aperte).

La preparazione delle costoette di agnello “alla Cracco” è molto semplice ed il risultato è ottimo. Segnalo solo che, come al solito, nella ricetta è presente un ingrediente che non ho trovato da nessuna parte e di cui non conoscevo l’esistenza: il sal Maldon. Da quanto ho capito è un tipo particolare di sale utilizzato per realizzare piatti di alta cucina. Se lo trovate ditemi che sapore ha.

Costolette di agnello di CraccoINGREDIENTI PER 4 PERSONE:

8 costolette di agnello maturo alte 3 cm

2 uova

300 gr di pane grattugiato (o pancarré)

burro chiarificato

olio evo

sal Maldon

sale

 

Prendete le costolette ed eliminate tutta la parte di grasso (Cracco ama lasciarne un filo attorno, ma se vi dà fastidio potete toglierlo). Passate la carne nelle uova sbattute con un po’ di sale e poi nel pane grattugiato e friggetele per circa 6 minuti in burro chiarificato e olio d’oliva (2 terzi di burro ed un terzo d’olio).

Fate riposare per 5 minuti, poi infornate le costolette a 200 gradi per 3 minuti per farle asciugare.

Servite con un po’ di sal Maldon e accompagnando con patate, carciofi o melanzane.

Da leccarsi i baffi!

Costolette di agnello di Cracco 2

Costolette di agnello di Cracco 3

Ed eccomi qua, tornata dalle vacanze con un eritema solare che parte dalla fronte e finisce sugli alluci. Vi racconterei di quanta gente ci fosse in giro per venezia, di quanto mi mancasse il baccalà mantecato e di come il Trattore abbia litigato subito con l’autista dell’autobus, ma vi risparmierò tutto questo. Non fraintendetemi, non sono diventata improvvisamente clemente nei vostri confronti. Semplicemente domani si torna al lavoro e sono così depressa che desidero solo mettermi in posizione fetale in un angolo a frignare come Dumbo quando è stato separato dalla sua mamma.

Ma prima di passare alla ricetta di oggi devo obbligatoriamente fare una premessa. Per realizzare questo piatto Cracco utilizza salmone freschissimo e lo lascia marinare per un tempo incredibilmente lungo, circa 36 ore. Fantastico. L’unico problema è che qui trovare salmone davvero fresco è impossibile ed io non me la sono sentita di rischiare un’intossicazione alimentare in nome dell’alta cucina. Quindi, per dovere di cronaca, sappiate che io non ho usato salmone freschissimo, ma un trancio di salmone già pulito e pronto per essere tagliato a fette sottilissime di sashimi. Inoltre la mia marinatura è durata solo 6 ore. Lo so, non è la stessa cosa, ma ripeto, l’idea di lasciare un pezzo di salmone crudo in frigorifero per 36 ore per poi doverlo mangiare mi ha terrorizzato. Queste sono le mie modifiche al piatto di Cracco. Nella ricetta vi indicherò esattamente quello che c’è scritto nel libro, ma sappiate che, se come me avete paura di morire, la versione col sashimi e la marinatura ridotta è stata comunque molto apprezzata dal Trattore (l’ha mangiato praticamente tutto lui).

Salmone marinato con salsa allo yogurt di CraccoINGREDIENTI PER 8/10 PERSONE:

1 kg di salmone già pulito

135 gr di sale

105 gr di zucchero

2 o 3 bacche di ginepro schiacciate

4 rametti di aneto fresco

bacche di pepe bianco schiacciate grossolanamente (2 per ogni baffa di salmone)

1 vasetto di yogurt bianco magro

1 ciuffetto di erba cipollina

mezzo scalogno

sale

 

Pulite il salmone, squamatelo, tagliatelo a metà, togliete la lisca e le spine. Praticate 3 incisioni trasversali sulla pelle lunghe 5 cm.

In una ciotola mettete 135 gr di sale, lo zucchero, il ginepro ed il pepe bianco. Mescolate bene e lasciate riposare per venti minuti. Prendete una teglia da forno, fate uno strato di impasto, aggiungete 2 rametti di aneto, adagiatevi sopra il salmone, poi aggiungete altri due rametti di aneto ed il resto dell’impasto, in modo da ricoprire bene il pesce. Coprite con la pellicola appongiandola proprio sul pesce, non sulla teglia, e riponete in frigo. Dopo 12 ore girate il salmone, bagnatelo col liquido che avrà rilasciato, copritelo nuovamente e riponetelo in frigorifero. Ripetete l’operazione dopo altre 12 ore. Dopo altre 12 ore il vostro salmone dovrebbe essere pronto. La consistenza dovrebbe risultare simile a quella del salmone cotto, abbastanza sodo ma non troppo.

Salmone marinato con salsa allo yogurt di Cracco 2A questo punto lavatelo sotto l’acqua fresca e asciugatelo. Tagliatene un pezzettino ed assaggiate. Se dovesse risultare troppo salato immergetelo in un litro di latte fresco e lasciatelo lì per 10-15 minuti. Lavatelo nuovamente sotto l’acqua per far sparire ogni traccia di latte.

Togliete la pelle.

Ora preparate la salsa: tagliate l’erba cipollina molto sottile, tritate lo scalogno e mescolate tutto con lo yogurt ed un pizzico di sale.

Servite il salmone con la sua salsa.

Se qualcuno dovesse avere il coraggio di far marinare il salmone per 36 ore mi faccia sapere il risultato e, soprattutto, se è sopravvissuto.

Salmone marinato con salsa allo yogurt di Cracco 3

Prima di vedere questa ricettina del nostro amato chef Carlo Cracco è doveroso fare qualche precisazione. Innanzitutto Cracco suggerisce di usare i semi di basilico per guarnire questo piatto, l’unico problema è che i semi di basilico (quelli da mangiare, non da piantare per intenderci) sono più rari di un leone albino. Ho cercato ovunque: erboristerie di svariate regioni italiane, supermercati biologici e ho anche provato a contattare Vanna Marchi, ma niente, assolutamente introvabili. Fortunatamente lo chef ci offre delle alternative, quindi io ho deciso di utilizzare dei crostoni di pane aromatizzati al rosmarino.

In secondo luogo per realizzare questo piatto avete bisogno di un attrezzo fondamentale: il colino cinese. Visto che io stessa non avevo idea di cosa fosse vi ho fatto una foto (perchè vi voglio tanto bbbbbene).Colino cinese Come potete notare a differenza di un colino normale questo ha una forma conica che permette di ottenere ottimi brodi e salse. A livello economico è una spesa affrontabile, se non sbaglio ho speso 12 euro, ammetto che se fosse costato più di 15 euro non lo avrei acquistato e avrei trovato un modo alternativo per filtrare i pomodori.

Ecco, ora possiamo vedere la ricetta di questo piatto che, fidatevi, è strepitoso. Oltre ad essere freschissimo ha un sapore veramente unico, bravo Carlo!

Polpa di pomodoro con mozzarella di CraccoINGREDIENTI PER 4 PERSONE:

1 kg di pomodori Datterino o Ciliegia

45 gr di colla di pesce in fogli

50 gr di mozzarella di bufala

pane

rosmarino

olio evo

sale

Lavate i pomodori, tagliateli a metà a frullateli velocemente nel mixer.

Passate la purea ottenuta nel colino cinese.

Pesate il succo ottenuto e calcolate circa il 6-7% di gelatina: mettetela a bagno per ammorbidirla, strizzatela e scioglietela a fuoco basso con un po’ di succo di pomodoro. Quando si sarà sciolta bene unitela al resto del succo. Fate indurire in frigorifero per almeno 2-3 ore, se potete tutta la notte. Quando il composto sarà bello sodo montatelo col frullatore a immersione finchè non diventa spumoso (attenti a non frullarlo troppo, rischia infatti di perdere colore). Mettete la polpa in una tasca da pasticcere e tenetela in frigorifero fino al momento di servire.

Polpa di pomodoro con mozzarella di Cracco 2Tagliate la mozzarella a cubetti.

Prendete il pane, tagliate anch’esso a cubetti e fatelo saltare in una padella con un po’ d’olio e rosmarino.

Versate sul fondo di un bicchierino trasparente un filo d’olio, poi spremete la polpa di pomodoro con la tasca, disponete sopra la mozzarella ed infine i crostini.

Semplicemente delizioso.

 

 

 

 

 

 

Polpa di pomodoro con mozzarella di Cracco 3

Chi soffre di emicrania spesso ha il brutto vizio di ingurgitare medicinali non con il classico bicchiere d’acqua, ma col caffè, da sempre fedele alleato nella lotta contro il mal di testa. Ieri ho però scoperto che forse non è il caso di svolgere questo rituale quando si provano farmaci nuovi. Volete sapere cosa succede? Beh, diciamo che la bambina dell’esorcista avrebbe vinto un premio di bellezza se avesse gareggiato contro di me a Miss Italia. Potete immaginare quanta voglia io abbia di parlare di cibo ora (preferirei passare un intero pomeriggio a spiegare a Enzo Miccio che non c’è bisogno di vestirsi come una tovaglia scozzese per essere alla moda), quindi vediamo molto velocemente questa ricetta che mi è piaciuta particolarmente. Questa crema di zucchine è un perfetto accompagnamento per piatti di carne e di pesce, io l’ho provata coi gamberetti, una delizia.

Crema di zucchine di CraccoINGREDIENTI PER 4 PERSONE:

1 kg di zucchine

mezza cipolla bianca

1 spicchio d’aglio

timo

olio evo

sale

 

Lavate le zucchine, tagliatene metà a pezzettoni di circa 3 cm e fateli bollire in acqua salata per circa 5 minuti. Fatele poi raffreddare in acqua e ghiaccio per fissare il colore. Una volta fredde frullatele nel mixer fino ad ottenere una crema setosa.

Crema di zucchine di Cracco 2Affettate la cipolla e fatela rosolare poco, in modo che rimanga bianca, con l’aglio, un filo d’olio ed un po’ di timo.

Tagliate le zucchine rimaste a cubetti, unitele al soffritto, salate e fatele cuocere leggermente in padella.

Appena sono pronte mescolatele alla crema, aggiungete un filo d’olio e servite.

Buon venerdì sera a tutti!

 

 

 

 

 

 

Crema di zucchine di Cracco 3

Nei miei 3 anni vissuti a Milano ho mangiato un numero di cotolette tendente a infinito, la mia preferita era quella del bar dell’università, la mettevano dentro un enorme paninazzo con maionese e insalata. Anche ora mi capita spesso di prepararla, non sarà alta cucina ma ne vado letteralmente pazza. Leggendo il libro di Cracco ho però scoperto che ci sono diversi modi  di farla. Io ho sempre adorato quella sottile sottile, ma il nostro chef stellato utilizzata fette di vitello alte 4 cm, ne ricava dei cubi, li impana e li frigge. Il tipo di carne che Cracco predilige è quella del vitello da latte, sotto l’anno di età, che in Piemonte si chiama “sanato”. Già me lo immagino che impugna un coltello con aria omicida e si aggira per le fattorie cercando teneri vitellini da sgozzare. Tralasciando questo particolare decisamente splatter vi confesso che io continuo a preferire la versione sottile. Chiaramente anche i “cubetti di cotoletta” sono molto buoni, ma, diciamocelo chiaramente, è difficile che qualcosa di fritto abbia un cattivo sapore. Ci tengo infine a precisare che ci ho messo tutto il mio impegno per realizzare dei perfetti cubetti ma la geometria non è mai stata il mio forte, quindi ecco, diciamo che i miei sono dei cubi astratti.

Cotoletta milanese CraccoINGREDIENTI PER 4 PERSONE:

4 fette di carré di vitello (o controfiletto o scamone) alte 4 cm

2 uova

200 gr di pane grattugiato

200 gr di burro chiarificato

70 ml di olio evo (o di arachidi)

sale di Cervia

 

Ricavate dei cubi dalle fette di vitello (buona fortuna).

Passate ogni cubo prima nell’uovo sbattuto con un pizzico di sale e successivamente nel pane grattugiato, facendolo aderire bene su ogni lato. Cercate di dare ai cubi una forma regolare.

In una padella ampia scaldate insieme olio e burro chiarificato, quindi friggete la carne girandola a metà cottura. Attenzione: la temperatura per friggere deve essere quella corretta, se avete un termometroCotoletta milanese Cracco 2 aspettate che raggiunga i 160 gradi.

Prelevate i cubi, asciugateli bene e aspettate qualche minuto prima di servirli.

 

Tra le ricette che ho provato a riprodurre del libro “Se vuoi fare il figo usa lo scalogno” di Carlo Cracco questa è la prima che davvero non mi ha soddisfatto. A me le carote piacciono e la curcuma pure, quindi credevo che avrei apprezzato molto questa crema, ma…l’ho trovata immangiabile. Nonostante io abbia seguito alla lettera tutti i passaggi (che fondamentalmente sono pochi e davvero semplici) non posso che pensare di aver sbagliato qualcosa. Devo ammettere che di solito le carote le mangio crude, cotte non mi hanno mai fatto impazzire, ma il sapore di questa crema non mi è piaciuto per niente, la mia espressione quando l’ho assaggiata è stata uguale a quella di un bambino a cui si fa mangiare per la prima volta il limone: una smorfia esagerata. Purtroppo il Trattore non ha ancora assaggiato questo piatto, quindi non so dirvi quale sia il suo pensiero, ma se provate a farla fatemi sapere se vi piace così mi renderò conto se ho le papille gustative di una mucca o no.

Indipendentemente dal sapore questo piatto è perfetto per chi ama la cucina sana e leggera, ed è perfetto per accompagnare carne e pesce.

Crema carote e curcuma CraccoINGREDIENTI PER 4 PERSONE:

6 carote (circa 500 gr) quelle che hanno ancora il ciuffo verde

20 gr di curcuma fresca (un po’ meno se in polvere)

olio evo

sale

 

Se le carote sono biologiche non pelatele.

Lavate le carote e fatele cuocere in acqua bollente salata, scolatele, schiacciatele bene con una forchetta fino a ridurle in poltiglia e, se necessario, utilizzate anche un frullatore ad immersione.

Grattuggiate la curcuma fresca, aggiungetela alle carote e frullate brevemente per amalgamare il tutto.

Se volete una purea lasciate la consistenza densa (io ho fatto così), se preferite una crema aggiungete un po’ d’acqua o del brodo vegetale.

Aggiungete un filo d’olio e servite.

Buona domenica a tutti.

Crema carote e curcuma Cracco 2

Crema carote e curcuma Cracco 3